In un contesto geopolitico globale particolarmente teso, a margine di un anno di ardui sforzi diplomatici intrapresi dalla Presidenza degli Emirati Arabi Uniti (EAU), la COP28 si è conclusa il 13 dicembre con l’adozione da parte di quasi 200 paesi del “UAE Consensus“, che include due questioni delicatissime: i risultati del primo bilancio globale e l’adozione della decisione di rendere operativi nuovi accordi di finanziamento per rispondere alle perdite e ai danni e al fondo.
Definito dal Presidente della COP28, il Dr. Sultan Al Jaber, come “un cambiamento di paradigma che ha il potenziale per ridefinire le nostre economie” e “un robusto piano d’azione per mantenere lo standard di 1,5 C° alla portata, costruito su terreno comune e rinforzato dalla collaborazione internazionale”, il UAE Consensus avrebbe, in realtà, potuto essere più incisivo, in particolare per quanto riguarda il finanziamento e il sostegno ai paesi in via di sviluppo.
“Il documento, comunque, invia un forte segnale di intenti a tutti i governi e alla comunità globale in relazione alla necessità di aumentare il ritmo e la portata delle azioni intraprese al fine di limitare l’aumento delle temperature globali a 1,5 C° per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi”, come dichiarato da John W.H. Denton A.O., ICC Secretary General, durante la Plenaria di Chiusura a nome di tutto il mondo delle imprese.
Qui la dichiarazione integrale.
Primo Global Stocktake
Durante la seconda settimana a Dubai, tutti gli occhi erano puntati sul testo di negoziazione per il primo “Global Stocktake” (GST) nell’ambito dell’Accordo di Parigi.
Il testo finale, emerso dopo intense negoziazioni nelle prime ore del 13 dicembre, e accettato da tutte le Parti nella Plenaria di Chiusura, detta una strategia forte e ambiziosa su diversi elementi chiave, in particolare sulla mitigazione e sul correlato settore energetico, ed invita le Parti a contribuire a una serie di sforzi globali volti a “triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello mondiale, raddoppiare il tasso annuale medio globale di miglioramenti dell’efficienza energetica entro il 2030″ e a muoversi nel senso di una “transizione lontano dai combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo giusto, ordinato ed equo, accelerando l’azione in questo decennio critico, al fine di raggiungere lo zero netto entro il 2050″.
Mitigazione
Nonostante intensi negoziati, le Parti non hanno raggiunto progressi decisivi nel colmare le principali divergenze emerse già nella prima settimana, soprattutto riguardo alla comprensione della portata e del mandato del programma di lavoro. Il progetto di decisione adottato nella plenaria di chiusura contiene, infatti, principalmente elementi procedurali, mentre non si fa alcun cenno al Mitigation Working Programme, come da molti auspicato in quanto strumento chiave per aumentare gli sforzi di mitigazione in questo decennio. La decisione GST lancia come insieme di attività la “Road map to Mission 1.5”, che detta una serie di azioni da intraprendere relative all’attività di mitigazione delle emissioni che dovranno essere monitorate nel corso delle prossime COP.
Articolo 6 | Accordo di Parigi
Mentre sull’articolo 6.8 i negoziatori sono riusciti a trovare un accordo sul programma di lavoro nel quadro degli approcci non di mercato, altrettanto non è stato possibile fare – con disappunto di molti gruppi imprenditoriali che auspicavano maggiore chiarezza per il mercato – in merito all’operatività delle due modalità di mitigazione delle emissioni conseguite all’estero, indicate al 6.2 e al 6.4 (cooperazione e meccanismo). L’esame di questi aspetti proseguirà, quindi, durante la prossima sessione tecnica nel giugno 2024 a Bonn, auspicando l’adozione di una decisione alla COP29 l’anno prossimo, in modo da offrire chiarezza al mercato.
Global Goal on Adaptation (GGA)
Riguardo ai negoziati relativi al Global Goal on Adaptation (GGA), che rappresentano una priorità per i paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici – in particolare per le nazioni africane – in quanto affrontano il tema dei finanziamenti a favore dell’adattamento, le Parti hanno adottato una importante decisione durante la Plenaria di Chiusura, stabilendo un “quadro” che dovrebbe guidare i loro sforzi per proteggere persone ed ecosistemi dai cambiamenti climatici.
Just Transition Work Programme
Nell’ambito del Just Transition Work Programme (JTWP), le Parti hanno delineato un’agenda che guidi l’azione del programma di lavoro, stabilendo che l’obiettivo del JTWP sarà quello di discutere i potenziali percorsi da attuare per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Almeno due incontri di dialogo si terranno ogni anno come parte del programma di lavoro, con il primo previsto per giugno 2024, prima dell’Intersessional Meeting della UNFCCC.