L’uscita del Regno Unito dall’Unione si è inevitabilmente riverberata su più fronti, tra cui quello della fiscalità diretta e indiretta. Sotto il primo profilo, l’Unione europea, infatti, negli anni era riuscita ad approvare una serie di direttive finalizzate all’armonizzazione della tassazione dei passive income (Direttiva madre-figlia/Direttiva su interessi e royalties) e di determinate operazioni straordinarie d’impresa (Direttiva sulle fusioni), nonché una serie di stringenti misure e interventi finalizzati al contrasto dell’elusione fiscale internazionale e dell’erosione della base imponibile (dalla ATAD e la DAC 6 alla lotta contro gli aiuti di Stato nel settore tributario).
La Brexit pone attualmente una serie di sfide per tutti gli operatori internazionali, costringendo a mettere in discussione le politiche economiche e fiscali in precedenza attuate. Sotto il profilo della fiscalità indiretta, invece, e dell’IVA in particolare, sono stati analizzati gli impatti concernenti il trasferimento del diritto di disporre dei beni e la relativa movimentazione tenendo conto delle clausole Incoterms®, della posizione dell’operatore economico e della prova dell’uscita delle merci dal territorio italiano, nonché delle particolarità previste per il territorio dell’Irlanda del Nord. Sono state altresì oggetto di analisi le implicazioni relative alla disciplina delle prestazioni di servizi e dei rimborsi d’imposta.
Relatori
Paolo de’ Capitani – Studio Uckmar Associazione professionale
Lucia Iannuzzi – C-Trade S.r.l.
Fausto Capello – GOP – Gianni & Origoni
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