Promuovere la semplificazione delle procedure doganali, così come, in generale, tutti gli strumenti volti a facilitare il commercio internazionale; formulare indirizzi di politica doganale e raccomandazioni a livello di organizzazioni internazionali competenti nella materia; analizzare le implicazioni tra problematiche doganali e fiscalità e proprietà intellettuale; e infine advocacy, ossia promuovere un dialogo costruttivo tra operatori e istituzioni e un maggiore coordinamento tra autorità fiscali e doganali. Importante è anche agevolare l’interconnessione tra le diverse Commissioni ICC, data l’interdisciplinarietà di alcuni temi come, ad esempio, la sostenibilità.
Questi gli obiettivi della Commissione Customs & Trade Facilitation di ICC, che si rispecchiano nella corrispondente Commissione di ICC Italia, a cui partecipa una nutrita rappresentanza dei vari settori e delle varie professionalità presenti nel Comitato: imprese, settore associativo e camerale, studi professionali e società di consulenza. Di seguito una sintesi dei temi discussi nel corso della riunione del 16 febbraio scorso, alla presenza del Segretario Generale Barbara De Donno.
Commissione Customs & Trade Facilitation di Parigi: obiettivi e principali novità
Il Presidente Sara Armella ha offerto un aggiornamento su obiettivi e priorità presentati dalla rinnovata ICC Global Customs and Trade Facilitation Commission sotto la presidenza del Direttore Questioni Doganali di Microsoft e sull’attivazione di nuovi Gruppi di Lavoro tematici, che siedono ai principali tavoli tecnici della WCO e WTO. Tra le priorità della Commissione vi è quello di preservare quanto conquistato in termini di dematerializzazione nei rapporti degli operatori con le istituzioni doganali e digitalizzazione dei processi doganali e dell’interscambio doganale durante la pandemia, nonché le nuove sfide green rappresentate dall’Agenda 2030, ma anche l’advocacy per rendere permanente – tramite norma internazionale – la moratoria sui dazi doganali per il commercio elettronico e la trasmissione dei dati.
Andamento del commercio internazionale e prospettive per il 2022
Alessandro Fontana – Direttore del Centro Studi di Confindustria – ha offerto un quadro del commercio internazionale partendo dal periodo precedente alla pandemia, con un’analisi dell’impatto di breve-medio periodo di questa sul commercio mondiale e sull’Italia, che ha determinato un ridimensionamento del grado di globalizzazione della manifattura mondiale, concentratasi in tre grandi hub: Cina, UE e USA, le cui politiche industriali hanno avuto un peso importante sulle reciproche relazioni commerciali.
Europa 2030: sviluppi della fiscalità ambientale e del commercio internazionale in relazione ai temi della sostenibilità
In relazione agli obiettivi per un futuro sostenibile delineati nel programma dell’UE “Europa 2030”, i temi sono stati affrontati sotto il duplice profilo: del commercio internazionale da Laura Travaglini – Area Affari Internazionali di Confindustria – e della fiscalità ambientale da Andrea Camerinelli – Responsabile Accise e Dogane di ENI.
Il tema della sostenibilità interessa tutti gli ambiti dell’economia, non escluso quello del commercio internazionale. L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite approvata nel 2015 è diventata centrale nell’azione politica dell’UE, che si concentra su iniziative di ampio respiro e grande impatto, tenendo conto di tutti gli aspetti sociali, economici ed ambientali, come ad esempio il Green Deal. Il pacchetto Fitfor55, approvato nel luglio 2021, prevede la revisione di alcune direttive quali quella sull’energia rinnovabile, sull’efficienza energetica e sulla tassazione dei prodotti energetici, nonché nuove proposte legislative, tra cui il meccanismo di aggiustamento di carbonio alla frontiera, che assicura una maggiore parità di trattamento tra i prodotti fabbricati nell’UE e le merci importate da paesi extra-UE che adottano politiche ambientali meno attente. Tale pacchetto, che diventerà pienamente operativo nel 2026, include anche misure relative a tutti i trasporti stradale, aereo e marittimo, per la riduzione delle emissioni e la promozione di carburanti sostenibili, e potrà avere un impatto sul costo del trasporto delle merci negli scambi internazionali.
I criteri ambientali di sostenibilità stanno, inoltre, già determinando un cambiamento nella politica fiscale italiana dei prodotti energetici, con la revisione dei cataloghi dei sussidi ambientalmente dannosi e l’individuazione di alcuni prodotti energetici e loro destinazioni che beneficiavano di un’aliquota più bassa, sui quali – essendosi dimostrati ambientalmente poco sostenibili – il legislatore italiano ha eliminato i sussidi. Altri saranno individuati nel corso del 2022 e potrebbero riguardare il gas, il gasolio commerciale, i settori dei trasporti aereo e marittimo, con un prevedibile impatto anche sul trasporto delle merci.
Temi di attualità nel settore della logistica
Domenico De Crescenzo, Vice Presidente di Fedespedi, ha offerto un aggiornamento su alcune tematiche di particolare impatto per il settore della logistica e di conseguenza sul commercio internazionale: la realizzazione del SUDOCO, lo Sportello Unico Doganale e dei Controlli, fondamentale per garantire efficienza e velocità nel momento doganale, finalmente raggiunta con il PNRR; la disciplina dei controlli radiometrici in Italia, tra i più rigorosi della UE, che si è rivelato uno strumento utile, in attesa del decreto interministeriale di competenza del MiTE per l’entrata in vigore del D. Lgs. 2020 n. 101, prorogata al 31 marzo 2022. La nuova disciplina prevede un ampliamento delle voci merceologiche oggetto della sorveglianza, con conseguente aumento dei costi e allungamento dei tempi; l’aumento dei noli marittimi che sta affliggendo da diversi mesi i trasporti internazionali
Progetto di revisione del Codice Doganale dell’Unione: aggiornamenti
Lucia Iannuzzi, C-Trade, ha illustrato il progetto di revisione del Codice Doganale dell’Unione – sottoposto, lo scorso luglio, a consultazione pubblica, a cui ha partecipato anche ICC Italia. Da questa Survey è emersa una generale insoddisfazione data dalla disomogenea applicazione del Codice doganale nei diversi Stati membri, dai benefici attribuiti allo status di AEO ma in effetti disattesi, dalla eccessiva burocrazia dei processi doganali, accompagnata da suggerimenti di modifica al Codice sia da un punto di vista giuridico che pratico. L’aspetto positivo emerso è quello della progressiva digitalizzazione dei processi e dematerializzazione dei documenti, che facilitano l’approccio alle dogane. Sono stati anche illustrati i prossimi progetti transeuropei di sviluppo dei sistemi elettronici previsti dalla Commissione europea, che dovranno essere attuati obbligatoriamente entro il 31 dicembre 2025, volti a modernizzare la Dogana a tutti gli effetti.