Scenario di riferimento
La prevenzione e la repressione dei fenomeni corruttivi ha un rilievo sovranazionale (UNCAC, OCSE, Consiglio d’Europa,G20,G7) in quanto la corruzione rappresenta un fenomeno endemico che incide per oltre il 5% del PIL mondiale su base annua e oltre all’aspetto etico si pone come freno alla crescita sottraendo risorse agli Stati, allontana le imprese dagli investimenti e altera le pari opportunità dei cittadini, giovani in particolare, minandone la fiducia nelle istituzioni.
La ICC fin 1977 è stata la prima organizzazione imprenditoriale ad intervenire sul tema, con la predisposizione di best practice, guidelines ( “ICC Anticorruption clause”), manuali di supporto alle imprese nella gestione, in particolare da parte delle PMI, dei rischi di corruzione nei rapporti con i terzi (“Fighting Corruption”, Ethics and Compliance Training Handbook”, “Anticorruption Third Party Due Diligence”).
La lotta alla corruzione è in continua evoluzione anche nell’ambito degli ordinamenti nazionali con metodologie diverse da Paese a Paese: in Italia fin dal 2001 è stata introdotta con il D.Lsg. 231/2001 la “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica” .
Il Decreto 231 , inizialmente correlato alla repressione di reati quali corruzione, concussione e reati contro la Pubblica Amministrazione, nel corso del tempo ha subito da parte del legislatore -sulla scorta della cresciuta sensibilità dell’opinione pubblica in presenza di fattispecie connotate da allarme sociale (frodi in commercio, reati ambientali…) – un continuo ampliamento della gamma dei c.d. “reati presupposto” della responsabilità. In tal modo è aumentato progressivamente per gli Enti il rischio di incorrere nelle sanzioni a seguito di sempre più frequenti ed incisivi interventi della magistratura nei riguardi delle imprese. Oggi il ventaglio dei reati presupposto include decine di fattispecie sanzionabili che attengono all’area sempre più estesa dell’ illegalità d’impresa.
Il contrasto ai fenomeni corruttivi è attuato anche con molteplici altri provvedimenti, quali il D.Lgs. 38/2017 per la lotta alla corruzione nel settore privato (e relativa modifica del codice civile) o, per il settore pubblico, la fondamentale L. 190/2012 (c.d. legge Severino, che ha tra l’altro istituito l’ANAC- Autorità Nazionale Anticorruzione), i Decreti 33 e 39 del 2013.
La normativa 231 rimane però nel nostro ordinamento il riferimento primario e ineludibile per la lotta alla corruzione, dal quale non si può prescindere nella conduzione dell’impresa.
La Commissione Anticorruzione di ICC Italia è rivolta ad accompagnare la trasposizione in sede nazionale degli indirizzi internazionali di contrasto ai fenomeni corruttivi (ad es. Decisione Quadro 2003/568/GAI del Consiglio d’Europa sulla corruzione nel settore privato; Direttiva 2015/849/UE sul Riciclaggio) e operando nella cornice normativa del nostro ordinamento vuole anche proporsi per l’ assistenza relativa al c.d.” rischio 231”, cioè per la protezione dal particolare rischio di impresa che deriva dall’applicazione del citato Decreto. Infatti la responsabilità che ne può derivare è sostanzialmente penale, pur se da un punto di vista nominalistico è denominata amministrativa. Tuttavia si tratta di una responsabilità dalla quale l’Ente si può esimere con l’adozione preventiva di appositi Modelli di Organizzazione e gestione (MOG) e una correlata creazione di Organismi di vigilanza (ODV).
Azioni e obiettivi
L’azione della Commissione, costituita nel 2013, ha assunto un indirizzo tridirezionale:
– inizialmente un’attività divulgativa di base della normativa, mediante periodici contributi dei propri esperti sulla Newsletter mensile di ICC Italia nel corso del 2014-2016, offrendo una elementare alfabetizzazione sulla materia;
– collateralmente un’attività formativa, portando la presenza sul territorio per coinvolgere realtà imprenditoriali locali rappresentanti interessi diversi e settori diversi: sicurezza alimentare, tutela dei segni distintivi, sicurezza sul lavoro,…. Il format scelto per i seminari è stato connotato dalla partecipazione e interlocuzione diretta con i rappresentanti della magistratura inquirente;
– quale necessario complemento, il monitoraggio e l’approfondimento dei progetti di legge di maggior rilevanza in materia, in specie se nel periodo hanno potuto concludere il loro iter parlamentare, come la L. 68/2015 sui delitti ambientali e soprattutto la L. 30 novembre 2017 n. 179 – Disposizioni per la tutela di autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato (tutela del c.d. whistleblower).
La protezione del whistleblowing in chiave di contrasto alla commissione di illeciti, e alla corruzione in particolare, già collaudata negli ordinamenti anglosassoni (USA e UK), è un tema particolarmente seguito sia dalla ICC (“Guidelines on Whistleblowing”) sia nei numerosi contesti internazionali (Anti-Corruption Report 2014 della Commissione UE; dichiarazioni finali del Summit Anti-Corruption dei 40 Paesi riuniti a Londra nel 2016).
L’attività svolta ha confermato:
a) la mancata consapevolezza o comunque la sottovalutazione da parte delle imprese circa i rischi che l’impatto della 231 può avere sulle stesse; constatazione che trova riscontro anche nell’ indagine di Confindustria (aprile 2017) sui modelli organizzativi 231 e anticorruzione. Se per grandi imprese e associazioni l’adozione del MOG non è un problema particolarmente impegnativo, grazie anche alle loro risorse interne, sussiste invece al riguardo una resistenza delle medie-piccole imprese in ragione della complessità e dei costi per la realizzazione dei Modelli, in quanto la loro realizzazione necessita di elevate professionalità da reperire in genere all’esterno dell’impresa.
b) l‘ampio margine per l’imputazione degli illeciti di cui si avvale la magistratura inquirente qualora riscontri mancanza o carenze dei MOG e quindi la “colpa nell’organizzazione”;
c) l’opportunità per la Commissione di offrire assistenza specialistica per i MOG e porsi in materia come referente 231 alla platea delle medie-piccole imprese, nella misura in cui il programma di riposizionamento avviato da ICC Italia conseguirà anche l’ampliamento della loro presenza, ora limitata, nel comparto associativo della Camera.
L’azione della Commissione, oltre all’obiettivo enunciato di assistenza per i MOG che richiedono una diversificazione per i diversi settori merceologici, continuerà nel percorso già impostato e oltre all’orizzonte internazionale manterrà l’attenzione sull’orizzonte domestico sia per l’attività di formazione sul territorio sia per una attenta considerazione di nuove proposte di legge.
Tra queste il focus verrà posto sulle nuove norme in materia di reati agroalimentari , in quanto già il 1 dicembre 2017 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri l’apposito DDL sulla tutela del consumatore in materia di reati agroalimentari (che si basa sui lavori della Commissione Caselli) con l’introduzione del nuovo reato presupposto di agropirateria e tutela del Made in Italy, il cui iter è stato interrotto dalla fine della legislatura.
Occorrerà comunque adeguarsi al fatto che iI contrasto alla corruzione non potrà non costituire uno dei punti focali dell’attività della XVIII legislatura e potranno quindi intervenire significative modifiche degli attuali assetti normativi su cui posizionare i necessari approfondimenti (v. ad es. interventi ANAC e Banca d’Italia del 24 maggio u.s. in occasione del Quarto incontro nazionale con i Responsabili per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza).
Ulteriori ipotesi di lavoro:
– collegamento con gli Organismi di Vigilanza e Associazioni degli OdV;
– stabilizzazione del raccordo diretto con l’ANAC;
– interazione con l’attività di altre Commissioni ICC Italia: l’estensione ininterrotta ed esponenziale dei reati presupposto voluta dal legislatore ha posto la Commissione Anticorruzione a monte di un quadro interdisciplinare per il quale appare funzionale la programmazione della co-partecipazione organica ai lavori tra le varie Commissioni di ICC Italia sulle tematiche di riferimento , quali la Commissione Ambiente ed Energia (Delitti ambientali ex art. 25-undecies), la Commissione Bancaria (Abusi di mercato , art. 25-sexies, e Riciclaggio, art. 25- octies), la Commissione Internazionalizzazione (at. 25-novies, Delitti contro l’industria e commercio-Tutela del Made in Italy).