La COP29 – Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), in corso a Baku, Azerbaijan dall’11 al 22 novembre, quest’anno sta concentrando tutta l’attenzione dei Governi sui finanziamenti per il clima e in particolare sull’attuazione, in tutti i Paesi e al minor costo economico possibile, degli accordi raggiunti in precedenza. Per la prima volta in 15 anni, da quando nel 2009 era stato fissato l’obiettivo annuale di 100 miliardi di dollari, le parti si impegnano a finalizzare i negoziati su un nuovo obiettivo quantificato e rinegoziare l’importo e il tipo di finanziamento previsto per l’azione climatica nei paesi in via di sviluppo.
L’impatto economico degli eventi meteorologici estremi
Un risultato ambizioso quello che si prefigge la COP29 – che si svolge in un anno di temperature da record e fenomeno atmosferici dai risvolti drammatici anche in termini di vite umane – per accelerare gli sforzi di mitigazione e di adattamento al cambiamento climatico nell’economia reale. Eventi meteorologici estremi legati al clima che, secondo un rapporto commissionato da ICC condotto da Oxera “The economic cost of extreme weather events”, sono costati all’economia globale più di 2 trilioni di dollari negli ultimi dieci anni, con un incremento del 19% solo negli ultimi due anni.
La distribuzione dell’impatto è concentrata in Paesi con grandi popolazioni, grandi economie e istituzioni consolidate, che riferiscono eventi legati al clima. Non sorprende quindi che gli Stati Uniti, Cina, India e Giappone siano in testa alla classifica, che vede l’Italia al 7° posto con 35 miliardi di dollari di impatto tra il 2014 e il 2023.
L’appello di ICC ai Ministri dell’Ambiente
ICC – in una lettera aperta del Segretario Generale John W.H. Denton AO ai Ministri dell’Ambiente, che il Segretario Generale di ICC Italia Barbara De Donno ha trasmesso al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin – ha indicato due obiettivi fondamentali da perseguire nell’ambito della COP29:
- l’inclusione del New Collective Quantified Goal on Climate Finance (NCQG), un impegno specifico da parte dei Governi per rimuovere gli ostacoli esistenti alla diffusione dei finanziamenti per il clima nelle economie in via di sviluppo provenienti da fonti private, considerato il riconosciuto contributo che il settore privato può offrire per la lotta al cambiamento climatico;
- piena operatività dell’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi per sviluppare il potenziale dei mercati internazionali del carbonio nell’accelerare il ritmo e l’entità della riduzione delle emissioni, superando le persistenti differenze tra le Parti su alcune disposizioni particolarmente critiche, quali autorizzazioni, registri, rendicontazioni e revisioni.
ICC ritiene che questi due obiettivi combinati possano fornire una base concreta per piani di transizione credibili, nonché politiche coordinate a tutti i livelli, in grado di produrre un ciclo virtuoso di investimenti verdi da parte delle imprese in ogni Paese e una reale cooperazione internazionale, come ritenuto necessario anche dal segretario esecutivo dell’Unfccc, Simon Stiell, che ha dichiarato: «È evidente che non possiamo più dipendere esclusivamente dalle decisioni governative. Dobbiamo supportare e amplificare il ruolo di chi, al di fuori delle istituzioni – aziende, investitori e società civile -, lavora con impegno per mitigare gli impatti climatici e promuovere soluzioni innovative, contribuendo in modo significativo a guidare i progressi verso gli obiettivi dell’Accordo di Parigi».
OPEN LETTER ICC TO CLIMATE MINISTERS IN ADVANCE OF COP29
Come agevolare i finanziamenti per il clima?
Con riguardo al primo obiettivo, ICC ha pubblicato un documento Making the NCQG a real catalyst of private sector climate finance, in cui la comunità imprenditoriale, pur ritenendo essenziale un impegno forte e centrale di finanza pubblica, esorta i governi a cogliere l’opportunità offerta dal settore privato in grado di colmare il gap persistente negli investimenti sul clima.
Il documento identifica tre aree prioritarie da considerare:
- Allineamento della regolamentazione sulla stabilità finanziaria con gli obiettivi climatici globali per facilitare il flusso di finanziamenti climatici verso i mercati in via di sviluppo
- Ruolo delle banche multilaterali di sviluppo come veri e propri catalizzatori della finanza privata
- Politiche di investimento nazionale che attraggano e trattengano il capitale privato nei progetti legati al clima
L’auspicio per il successo della COP29
Non esiste una soluzione miracolosa, ma senza adeguati flussi di investimenti – compresi quelli del settore privato -, il mondo non sarà in grado di intraprendere le trasformazioni necessarie per decarbonizzare i sistemi energetici globali e promuovere uno sviluppo resiliente ai cambiamenti climatici. I dati dell’ultimo decennio mostrano chiaramente che il cambiamento climatico non è un problema futuro, ma un problema che si fa sentire con urgenza nell’economia reale e a cui occorre trovare un rimedio: investire nell’azione per il clima significa investire nel nostro futuro.