Dal 24 settembre al 15 ottobre prossimi ICC Italia organizza la nuova edizione dell’Executive course in Islamic Banking and Finance. Il corso, in formato weekend, rappresenta ormai un punto di riferimento nel panorama formativo italiano grazie al coinvolgimento dei massimi esperti in materia. Il Prof. Avv. Andrea Borroni ci presenta novità e caratteristiche dell’edizione in partenza.
L’edizione 2021 dell’Executive Course in Islamic Banking and Finance arriva nell’anno di Expo Dubai. La regione è sempre più al centro delle dinamiche della finanza internazionale, perché rappresenta un’opportunità per il Made in Italy?
La concomitanza con l’Expo Dubai rappresenta un momento di grande rilevanza e un’innegabile opportunità per gli operatori commerciali e per i professionisti che li assistono.
Dalla pratica emergono due linee di tendenza, parimenti promettenti e in forte crescita.
Da un lato, si registra un interesse dell’operatore occidentale (italiano, in particolare) verso un’area che ancora può permettersi con tranquillità beni di alta gamma (non solo limitati al made in Italy più tradizionale, come Food & Fashion, ma anche estesi a design, componentistica, servizi finanziari e professionali). Le nuove soluzioni in tema di credito e garanzia, assicurano un motivo di certezza per gli esportatori.
Dall’altro lato, è sotto gli occhi di tutti la tendenza all’investimento verso l’estero da parte di soggetti appartenenti all’area del Golfo e l’Italia è un target primario. Il Covid-19, tra gli effetti collaterali, ha anche causato una certa appetibilità verso il nostro mercato, a cui si aggiunga (vista anche la transizione ecologico/energetica e le riqualificazioni urbanistiche) un più ampio ventaglio di opportunità per gli investitori. La frizzantezza dei mercati finanziari e la flessibilità dell’AIM, i dati lo dimostrano, costituiscono una favorevole occasione per chi voglia perseguire interventi che siano compatibili con le norme sharaitiche. Conseguentemente la conoscenza della finanza islamica costituisce un presupposto fondamentale per tutti coloro vogliano avere a che fare con un territorio ricco di opportunità e di occasioni.
A chi si rivolge l’Executive Course di ICC Italia e cosa devono conoscere i professionisti e le imprese che vogliono approcciarsi al mondo della finanza islamica?
Innanzitutto, l’Executive Course in Banca e Finanza islamica si rivolge ai professionisti che vogliano avere una prima conoscenza operativa e pratica dei fenomeni culturali, economici e giuridici in atto quando ci si cimenta in negozi con una controparte dell’area del Golfo. La conoscenza delle regole giuridiche, in generale, e della contrattualistica, nello specifico, è un presupposto ineludibile per semplicemente avere un dialogo che possa dare dei risultati. Senza queste basi, non si può lavorare. La globalizzazione, ormai, ha investito anche le aree più lontane culturalmente e sarebbe un errore farsi trovare impreparati nel momento in cui il flusso di fondi, investimenti e opportunità si presenterà in Italia. In controtendenza rispetto al passato, si aggiunga che sono in aumento, nella contrattualistica internazionale, le opzioni a favore dei tribunali del Golfo come foro competente, con correlato portato di una legge applicabile legate a quegli Stati.
La finanza islamica è, infatti, un settore in continua crescita. Qualche numero può aiutare a meglio comprendere il fenomeno e la sua dimensione. A fronte di un terzo circa della popolazione mondiale di fede islamica, l’Islamic Banking and Finance copre solo l’1 per cento dei servizi finanziari e da anni si registrano tassi di crescita del 10/15% e fatturato in crescita ancor più elevato. I circa 40 milioni di musulmani residenti in Europa sono sempre più integrati e legittimamente in cerca di un sistema finanziario che li possa affiancare e servire nelle operazioni quotidiane e straordinarie. Allo stesso modo, non possono essere ignorati gli stimoli provenienti dai progetti (rectius, dalle vision) dei Paesi del Golfo, prima tra tutte quella dell’Arabia Saudita con la Vision 2030 (ma iniziative simili sono state intraprese anche dagli altri Stati della sponda sud del Mediterraneo e negli Emirati).
Proprio per questo anche le imprese italiane dovrebbero essere preparate e i think tank correttamente informati. Nel corso degli anni abbiamo avuto una partecipazione variegata, da figure professionali come avvocati e commercialisti, fino a operatori finanziari, imprenditori e rappresentanti delle istituzioni. Ciò a testimonianza di come il Master si occupi di tematiche di interesse trasversale, con un approccio concreto, mirante ad offrire un utile bagaglio di esperienze e di conoscenze per chi si troverà a dovere affrontare lavorativamente il mondo islamico.
Quali sono le novità e le conferme di questa edizione dell’Executive Course?
Visti i buoni risultati delle precedenti edizioni e sfruttando le opportunità della formazione a distanza, abbiamo registrato la disponibilità dei docenti che storicamente hanno consentito il successo del Master ICC in Banca e Finanza Islamica.
Sono membri del corpo docente sia i più stimati accademici degli studi islamici dal prof. Gianmaria Piccinelli al prof. Massimo Papa, sia noti professionisti come Piergiorgio Valente e Federica Periale, ma anche esperti legati alle istituzioni (pubbliche e private) come Michele Trifliletti e Marco Seghesio ed esperti d’area come il Dott. Francesco Petrucciano. Notevole è anche la partecipazione di colleghi radicati all’estero con il Prof. Pasquale Borea (Bahrein) e la Prof.ssa Valentina Rita Scotti (Turchia), gli avvocati Daniele D’Alvia (Londra) e Marco Zucco (Dubai), il dott. Luigi Landoni (Dubai) e il dott. Alessandro Lucchini (Svizzera).
In tal modo, il programma riesce a fornire, in maniera equilibrata, il punto di vista sia delle istituzioni sia dei professionisti che assistono le imprese con riferimenti cha vanno dal diritto all’economia. Soprattutto, la ricca partecipazione di docenti dall’estero rappresenta un osservatorio privilegiato per testare il fenomeno della finanza islamica nel suo luogo di origine e di sviluppo con le relative attuali tendenze che oggi iniziano a considerare anche forme prima ignote come i derivati finanziari. A ciò si aggiunga, infine, che non mancheranno analisi dell’approccio dei Paesi Islamici alle nuove tendenze legate alle criptovalute o valute digitali e alla tecnologia blockchain.
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