ICC Italia dedica uno spazio agli Associati con un ciclo di interviste volto a condividere esperienze e competenze. Ospite di questo nuovo appuntamento il Dott. Stefano Giuliano partner dello Studio legale CMS Adonnino Ascoli & Cavasola Scamoni.
ICC ha accolto con favore l’impegno del G7 sulla global tax. Quali sono vantaggi ma anche i rischi di una simile riforma fiscale su scala internazionale?
I sistemi fiscali vigenti sono stati in gran parte disegnati avendo come riferimento un tipo di economia diversa da quella globalizzata e fortemente digitalizzata nella quale viviamo oggi. La conseguenza di ciò è che alcuni dei pilastri di tali sistemi potrebbero non essere più idonei ad intercettare e, conseguentemente, tassare il reddito nel luogo in cui si forma. L’accordo sulla minimum global tax rappresenta un progetto ambizioso che sostanzialmente si propone come una misura di riallocazione fra i vari stati del diritto a tassare il reddito delle imprese multinazionali. Qualora venisse raggiunto, tale accordo, potrebbe anche rappresentare un efficace freno per fermare la proliferazione di misure unilaterali volte soprattutto a catturare il reddito derivante dalle attività digitali.
L’approvazione della proposta presuppone l’accordo su un parziale abbandono dei c.d. criteri di collegamento con il territorio, ossia lo strumento più ricorrente da tempo per determinare la potestà impositiva dei vari stati. L’accordo infatti – ispirato al progetto a due pilastri dell’OCSE/G20 Inclusive Framework – prevede, in linea generale, che le multinazionali più grandi e redditizie saranno tenute a pagare le imposte nei Paesi in cui operano e non solo dove hanno la loro sede legale, tramite un particolare meccanismo di riallocazione degli utili nonché l’applicazione di una minimum tax.
Trattandosi di un cambiamento significativo sembra necessario attendere di capire meglio i dettagli di tale proposta al fine di poterne apprezzare l’effettiva portata nonché l’effetto sui singoli stati e contribuenti.
D’altro canto, per multinazionali che operano in molti paesi, l’adozione della stessa potrebbe comportare una semplificazione nonché una riduzione del rischio di doppia imposizione che, invece, una pletora di misure unilaterali potrebbe comportare.
Fare impresa significa, anche per le PMI, avere una visione globale. Quanto è importante, anche per le piccole e medie imprese, poter contare su una solida consulenza in ambito legale e tributario?
Negli ultimi anni le PMI sono state destinatarie di numerosi interventi normativi volti a facilitarne la nascita e lo sviluppo. In aggiunta, al giorno d’oggi, anche le PMI sono proiettate fin dai primi anni di vita su mercati che varcano i confini nazionali. Pertanto, molte delle problematiche che in passato erano tipiche delle imprese di maggiori dimensioni e/o multinazionali, sono in realtà comuni alle PMI moderne.
Essere in grado di gestire tali problematiche nonché di cogliere le opportunità che si presentano in tale quadro di riferimento è fondamentale anche per una corretta pianificazione economica e finanziaria.
Le imprese di maggiori dimensioni generalmente sono dotate di professionisti “in-house” che aiutano il senior management a navigare attraverso le differenti normative di riferimento. Le PMI spesso non hanno risorse di questo tipo al loro interno e, quindi, è molto importante per tali imprese poter contare sul supporto di professionisti esterni.
Quanto sopra è particolarmente vero se si pensa che il contesto internazionale estremamente dinamico nel quale ci troviamo darà alla luce numerose modifiche normative di varia natura nel corso dei prossimi anni.