La digitalizzazione del commercio – con l’interoperabilità dei dati chiave e dei documenti elettronici – rappresenta uno strumento essenziale per ridurre i costi, aumentare la sicurezza e la resilienza delle catene di approvvigionamento, oltre a favorire l’accesso delle PMI e delle nuove imprese ai mercati globali. Il risultato atteso è più commercio, più posti di lavoro e maggiore prosperità.
Il percorso, tuttavia, è complesso: gli attori coinvolti sono numerosi, le regole frammentate e gli interessi spesso divergenti. Se già rendere digitale una singola supply chain con decine di partecipanti è una sfida, immaginare di estendere questa trasformazione a un ecosistema da 33 mila miliardi di dollari in volume di scambi mondiali dà la misura della posta in gioco.
Per affrontare questa sfida, la scorsa settimana a Ginevra si è svolto il Digital Trade Transformation Forum, organizzato congiuntamente dalla World Trade Organization (WTO), dalla ICC Digital Standards Initiative e dalla Asian Development Bank (ADB). L’incontro ha posto particolare attenzione al ruolo dei fornitori di ERP aziendali e infrastrutture IT, e alla necessità di integrare standard comuni per dati e documenti all’interno dei loro sistemi.
Questa interoperabilità rappresenta una pietra miliare nella modernizzazione delle infrastrutture commerciali, riconosciuta come priorità globale anche negli interventi di Ngozi Okonjo-Iweala, Direttrice Generale del WTO, e di Ian Saunders, Segretario Generale della World Customs Organization.
L’evento ha registrato un forte sostegno da parte della comunità internazionale del commercio: policy maker, banche multilaterali di sviluppo, camere di commercio, piattaforme tecnologiche e numerosi altri attori hanno ribadito il loro impegno a proseguire insieme su questa strada.